La Recensione: “Pinocchio” – Voci dal di fuori



a cura di Giorgio Agosta del Forte

 

PREMESSA

TeatroIndirigibile deve fare una confessione.

Dovete sapere che negli ultimi mesi, il teatro ha investito molto nella sezione: comunicazione e sviluppo, riunendo la crema dei più brillanti scrittori, comunicatori e cuochi del mondo.
Cosa c’entrano i cuochi? I cuochi c’entrano perché, come insegnavano i latini, mens sana in corpore sano.
Durante uno di questi goliardici meeting, tra un piatto di tagliatelle su un letto di verdure spolverate di tartufo e qualche bicchieri di Barbera del ’96, è diramata l’idea di assoldare agenti segreti per ascoltare i pareri e i commenti degli spettatori, a spettacolo concluso.

Di seguito, ciò che è emerso dal Pinocchio.


Bambina con lo zainetto giallo: A me lo spettacolo è piaciuto tanto così (allarga le braccine tanto da diventare paonazza sulle guance), l’ultima volta che ho riso a tal punto è stato due anni fa o forse 3 anni fa, non ricordo bene, ma c’era il mio amico di banco che si era fatto la pipì addosso e ha detto una bugia alla maestra dicendo che si era bagnato con l’acqua.
Quello che mi ha fatto riderissimo è stato il gatto cieco, dopo vado dal mio papone e gli chiedo se mi compra un gattino e lo voglio anch’io cieco così poi lo posso curare con tanti bacini. La mia mamma infatti mi dice che quando ti fai male devi dare i bacini sulla bua e poi passa tutto.

La vecchietta con la dentiera: È stato proprio un bello spettacolo, sì, sì… Ma poi bravi e belli tutti gli attori. Quello che si chiamava…, ora non mi ricordo bene, Lusignolo, Lucignalo, Lucignolo forse, mi ha ricordato il mio nipote che è un gran lazzarone anche lui e domani quando lo vedo gli dico che se non studia si trasformerà in un asinello.

[Il testo è stato tradotto dal dialetto brianzolo all’italiano moderno, n.d.t.]

Il signore con la gardenia all’occhiello e il frac: In siffatta pièce il candore recitativo si è mescolato omogeneamente alla compagine sublime e commovente delle note musicali. Il mio animo è stato costantemente costellato da un turbinio di sentimenti plurimi, ora la gioia nel vedere Geppetto avere un figlio; ora la moderata indignazione nello scorgere in Pinocchio atteggiamenti birboneschi; ora il pianto ma subito trasformato in lacrime di felicità nella riconciliazione finale.
Non posso che aggiungere, viva Collodi, viva l’Italia.

La ragazza con gli occhi del cielo: L’idea di entrare in sala e vedere gli attori già sul palco, mi ha colpita eminentemente, è stato un po’ come entrare in punta di piedi nel cuore del proprio amato. Le canzoni, che ho scoperto poi essere inedite, sono state un balsamo per la mia anima e quella frase, cantata con occhi sagittabondi che più o meno diceva: “Ti terrò sulle mie ginocchia, come un fiore sulla roccia”, racchiude tutta la poesia del Pinocchio.

Uno dei teatranti: Mi sono molto divertito anche se è stato faticoso, infatti mi sento abbastanza sudato. Ho visto inoltre un pubblico bellissimo, sia da un punto di vista estetico che emozionale, ecco che vorrei ringraziarlo perché si parla spesso di attori e di spettacoli ma senza gli spettatori, tutto ciò sarebbe un dialogo muto e solitario; credo che invece, il teatro sia un incontro di uomini, emozioni, opportunità…